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L’astronomia fu una delle prime scienze ad essere praticate dall’uomo. I nostri antenati, fin dalla preistoria, non si limitarono al ruolo di semplici spettatori dei fenomeni astronomici e grazie a ripetute osservazioni scoprirono un nesso tra i moti celesti e l’alternarsi delle stagioni. Tra i movimenti ricorrenti dell’ingranaggio cosmico individuarono i riferimenti necessari a misurare il tempo e sulla base di questi compilarono dei calendari convenzionali utili al fine di organizzare tutte le attività umane, da quelle religiose a quelle necessarie al sostentamento. La progressione stagionale del Sole divenne oggetto di profonde venerazioni e credenze, le quali influenzarono i convincimenti religiosi che emersero all’alba delle epoca storica. Oggi l’archeoastronomia combina gli studi di archeologia con quelli di astronomia, indagando la conoscenza e la comprensione che gli antichi abitanti della terra avevano dei fenomeni celesti, come li utilizzavano e quale ruolo avevano all’interno delle loro società.

Parco archeologico di Xochicalco. fonte immagine

La cultura di Xochicalco è una delle meno conosciute del periodo epi-classico. Furono un popolo di commercianti che si stabilì nel cuore del Messico, in corrispondenza dell’attuale regione di Morelos, tra la caduta dell’impero Teotihuacan e il fiorire della civiltà tolteca, approssimativamente tra l’VIII e il IX secolo d.C.. Gli abitanti di Xochicalco, così come tutti i popoli precolombiani, possedevano sofisticati calendari astronomici, dai quali ricavavano le previsioni necessarie a regolare tutte le loro attività.
Il passaggio del Sole allo zenit era un’evento di particolare importanza, al pari dei solstizi e degli equinozi, in quanto coincideva sempre con una rilevante variazione climatica (e ancora oggi è così). Lo zenit è un punto immaginario della volta celeste che si trova esattamente sopra la testa dell’osservatore e quando il Sole lo raggiunge i suoi raggi cadono perpendicolari rispetto al piano dell’osservatore. Questo fenomeno è osservabile soltanto alle latitudini comprese tra i due tropici; all’equatore il Sole raggiunge lo zenit nel giorno dell’equinozio, mentre ai tropici lo raggiunge durante i solstizi (sul tropico del cancro il 21 giugno, sul tropico del capricorno il 21 dicembre). Nelle fasce comprese tra l’equatore e i tropici il passaggio del Sole allo zenit si può osservare in periodi intermedi a seconda della latitudine, mentre al di là delle fasce tropicali il Sole non raggiunge mai lo zenit.

Osservatorio verticale di Xochicalco. A sinistra: lo spiraglio a camino realizzato con pietre a secco. fonte immagine | A destra: Il centro della grotta. fonte immagine

A differenza di solstizi ed equinozi equinozi, che avvengono contemporaneamente in tutto il mondo, il passaggio del Sole allo zenith si verifica in giorni differenti in rapporto alla distanza che separa il punto d’osservazione dalla linea dall’equatore. Quando il Sole raggiunge lo zenit gli oggetti verticali non producono ombre, per cui gli antichi utilizzavano pilastri, steli o bastoni verticali per monitorare questo evento astronomico. Gli astronomi potevano inoltre monitorare l’avvicinarsi del fenomeno attraverso lo studio giornaliero delle ombre. Al di là delle credenze religiose, era di fondamentale importanza sapere quanti giorni mancavano al passaggio del Sole allo zenit. In Messico il primo passaggio annuale del Sole allo zenit avviene a metà maggio e coincide con l’inizio della stagione piovosa, mentre il secondo passaggio del Sole allo zenit si verifica a fine luglio e coincide con l’inizio del periodo di raccolta.
Grazie allo studio delle ombre, i sacerdoti e gli astronomi potevano stabilire quanto mancava all’inizio delle piogge e di conseguenza determinare il momento più propizio per la semina. Alla latitudine di Xochicalco il primo passaggio del Sole allo zenit si verifica esattamente il 14 maggio, circa un mese prima del solstizio d’estate, mentre il secondo passaggio del Sole allo zenit avviene il 28 luglio, poco più di un mese dopo il solstizio.
Ogni società del passato concepì un proprio insieme di credenze al fine di dare una spiegazione alle misteriose forze che provocano i mutamenti stagionali per cui gli eventi astronomici che li accompagnano erano celebrati con importanti attività liturgiche.

Piramide-tempio del Serpente piumato. fonte immagine

La Grotta del Sole di Xochicalco (così come la struttura “P” di Monte Albán) è un osservatorio zenitiale sotterraneo anticamente utilizzato per monitorare la progressione stagionale del Sole. I raggi del Sole penetrano all’interno della grotta mediante un’apertura sul soffitto, proiettando una colonna luminosa. Durante il passaggio del del Sole allo zenith, il 14 maggio e 28 luglio, il fascio di luce che attraversa lo spiraglio cade verticalmente, proiettando l’immagine del Sole sul pavimento della grotta.
L’architettura del centro cerimoniale di Xochicalco permette di rilevare anche il giorni equinoziali. La piramide principale del complesso e altre due piramidi-tempio satelliti circondano la piazza della “stele dei due glifi”. Le due piccole piramidi tempio sorgono a est e a ovest della stele posta al centro della piazza, mentre la piramide principale domina il lato nord dell’area cerimoniale. Osservando l’alba equinoziale dal centro della piazza, nel punto in cui è stata collocata la stele, si può osservare il Sole mentre sorge alle spalle della piramide-tempio est.

A sinistra: Orientamento astronomico della Piazza della “stele dei due glifi”. fonte immagine originale | A destra: orientamento della piramide-tempio est durante l’alba equinoziale. fonte immagine originale
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Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
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