– Questo testo appartiene a Cviltà eterne.it

Pettorale di Tutankhamon.
fig.1 Pettorale di Tutankhamon.

Il bisogno di comprendere il perché delle cose determinò un lento ma progressivo accrescimento del sapere che all’alba dell’epoca storica favorì l’evoluzione di un pensiero filosofico e scientifico. Tutti i miti arcaici, se giustamente interpretati, hanno la facoltà di fornirci moltissime informazioni interessanti in merito al livello filosofico e scientifico raggiunto dei nostri lontani antenati, dato che contengono le spiegazioni che quest’ultimi concepirono al fine di dare un significato al mondo e all’esistenza umana.
Il Sole fu oggetto di particolari attenzioni fin dalla preistoria. Gli antichi compresero che il Sole è vita e che senza il suo benefico abbraccio nessuna creatura potrebbe esistere. Oltre ad osservare i movimenti diurni e stagionali del Sole con estrema attenzione, cercarono d’immaginare ciò che avveniva durante la notte. Il fatto che al termine di ogni giorno il Sole “abbandonasse” la sua dimora celeste lasciando spazio all’oscurità, implicava che il mondo terreno non poteva essere l’unico ad esistere, per ciò immaginarono che il Sole continuasse il suo percorso in un mondo sotterraneo parallelo attraversandolo da Ovest a Est durante la notte.

Questo convincimento si rafforzò in tempi arcaici e venne assorbito dalla mitologia egizia, che nel complesso prevedeva un mondo suddiviso in due parti, quella celeste (chiamata Amenti) e quella sotterranea (chiamata Dwat).

keper
fig.2 Khepri, lo scarabeo alato.

Secondo la credenza egizia, il Sole attraversava la parte celeste durante il giorno e quella sotterranea durante la notte e nel mentre assumeva diverse forme (fig.3). Nel momento centrale della giornata, quando si trovava alto nel cielo, veniva associato al falco (Ra-harakhte), un’associazione che affonda le sue radici tra i culti preistorici. La zoolatria tipica della mitologia egizia e di altre religioni ha origini molto antiche e nacque quando l’uomo preistorico riconobbe in alcuni animali caratteristiche affini a quelle attribuite alle divinità adorate. In questo caso riconobbe nel volo di un rapace il Sole di mezzogiorno perché questo uccello lo vedeva volare alto e nobile nel cielo. Nel primo periodo della storia egizia il dio-Sole di Eliopoli venne personificato in Horus, una divinità dell’Enneade con testa di falco.  Il dio Sole venne successivamente identificato in Ra, ma mantenne comunque la sua forma di falco. E’ in questa forma che il dio-Sole è rappresentato sul pettorale di Tutankhamon (fig.1), un magnifico manufatto in oro e pietre preziose rinvenuto all’interno della Tomba del faraone bambino insieme ad un ricco tesoro. Il falco rappresentato su questo manufatto tiene tra gli artigli i simboli dell’infinito e sotto le ali trasporta le chiavi della vita, simboleggiando la rigenerazione eterna.

fig.3 Manifestazzioni del del Sole nell’arco di ventiquattro ore

Nella fase calante il Sole veniva identificato in Atum-Ra e rappresentato con un semplice disco leggermente ovalizzato, forma che manteneva fino alla completa immersione nel mondo sotterraneo dove assumeva le sembianze di Khnum, una divinità criocefala di origine antichissima. Qui iniziava il viaggio nel mondo sotterraneo, un viaggio considerato irto di difficoltà e pericoli. Il dio-Sole veniva scortato e protetto da altre divinità mentre a bordo della barca Sektet attraversava il Dwat da Ovest verso Est, dove riemergeva dando luogo ad una nuova alba. Il tragitto nel Dwat aveva dunque un carattere rigenerativo e non a caso gli egizi associarono al culto del Sole nascente l’immagine di uno scarabeo, dal momento che attribuivano a questo coleottero il potere occulto di “rinascere” dalla terra. Gli scarabei spingono lo sterco dentro alle proprie tane e vi depongono le uova. Questo comportamento fu associato al concetto di rigenerazione solare dato che gli antichi egizi immaginavano che fosse uno scarabeo a far rotolare il Sole fuori dal mondo sotterraneo al termine del suo viaggio nel Dwat. Lo scarabeo era il simbolo della vita che si rigenera da sé, così come il Sole si rigenera ad ogni nuova alba. La manifestazione del dio-Sole associata al Sole nascente era chiamata Khepri e veniva rappresentata da uno scarabeo che spinge il disco solare o da una figura antropomorfa con testa di scarabeo. In virtù di questa connessione lo scarabeo veniva anche rappresentato con ali e artigli di falco, il rapace incarnazione del Sole allo zenit (fig.2).

fonte:
“Mitologia e dèi dell’Antico Egitto” di Massimo Dall’Agnola, Editore: FerrariSinibaldi, 2010

The following two tabs change content below.
Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
Spread the love