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Thoth. fonte immagine

La complessità delle credenze egizie e un pantheon decisamente troppo affollato hanno portato ad avere una mitologia generale confusa e contraddittoria. Sebbene si aspirasse ad unificare tutti i culti all’interno di una grande religione di stato, il forte attaccamento religioso alle divinità locali prevalse, creando inconciliabili divergenze ideologiche fra le differenti sedi di culto. Per descrivere la mitologia egizia è dunque necessario distinguere le principali correnti di pensiero e le epoche storiche in cui quest’ultime si affermarono. Durante l’Antico Regno si svilupparono tre importanti centri religiosi: Eliopoli, Menfi ed Ermopoli. La teologia eliopolitana è quella più antica e i suoi principi ci sono pervenuti grazie ai Testi delle piramidi, scritture parietali del III millennio a.c. che contegono formule rituali atte a garantire l’immortalità al faraone defunto. Questi testi attribuiscono il principio creativo ad Atum, un demiurgo autogenerato dal caos primordiale. La teologia menfita, invece, sembra esser stata concepita come variante di quella eliopolitana, al fine sostanziale di attribuire il merito della creazione del mondo e di tutti gli dèi primordiali a Ptah, la divinità poliade di Menfi.
Il culto ermopolitano attribuisce il principio creativo a Thoth, dio della sapienza e personificazione della luna. Secondo il mito, Thoth sorse dal caos primordiale e diede origine all’Ogdoade sacra di Ermopoli, costituita da quattro dee rana e quattro dèi serpente, che a loro volta furono i padri e le madri di Atum e del Sole. Nelle tre sedi di culto più importanti dell’Antico Regno vennero concepiti miti cosmogonici dissimili, che ascrivono a tre divinità differenti (autogenerate o preesistenti) il ruolo di “Padre degli dèi”, tuttavia è possibile riconoscere ovunque lo stesso sub-strato culturale e lo stesso modo di concepire la genesi e le divinità.

Ogdoade di Ermopoli dal tempio di Dendera

La teologia di Ermopoli è probabilmente la più astratta dal momento che le quattro coppie di divinità generate da Thoth rappresentano la personificazione delle caratteristiche principali del cosmo primordiale.

  • Nun e Nanhet nel loro stato di latenza rappresentano le acque primordiali (intese come complesso disordinato di elementi) che al loro interno le potenzialità per generare ogni cosa
  • Het e Hanhet lo spazio infinito.
  • Kek e Hehet l’oscurità.
  • Amon e Amanuet l’inconoscibile.

La creazione di queste coppie divine va intesa come il trionfo dell’atto creativo, rappresentato dalla trasformazione dell’indeterminatezza primordiale in materia. Le acque primordiali furono mutate in terra solida, lo spazio infinito in spazio delimitato, l’oscurità in luce e l’inconoscibili in qualcosa di materiale. Il trionfo creativo si concretizzò di fatto con la nascita del Sole e del cumulo primevo su cui fece la sua apparizione Atum e da cui ebbero origine tutte le altre divinità.

Fonte
“Mitologia e dèi dell’Antico Egitto” di Massimo Dall’Agnola

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fonte immagine in testata:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dendera_Deckenrelief_02.JPG

 

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Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
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