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si ringrazia Aram Kayayan per il contributo fotografico

Zorats Karer, anche conosciuto come Karahundge, Karahunj o Qarahunj, è un sito archeologico armeno ubicato a 1770 metri di altitudine nelle vicinanze dall’odierna città di Sisan. il sito è composto da 223 pietre disposte approssimativamente lungo la direttrice nord-sud, delle quali 84 presentano fori orientati che in tutta logica dovettero servire per ottenere osservazioni del Sole, della Luna e delle stelle. 17 indicatori sono rivolti verso i punti in cui sorge e tramonta il Sole solstiziale ed equinoziale, mentre al centro del complesso sorge un cerchio di pietre e un sentiero orientato in direzione nord-est verso il punto in cui sorge il Sole durante il solstizio d’estate. Il sito fu scoperto nel 1984 dal ricercatore Onik Khnkikyan e fu studiato tra il 1994 e il 2001 dal professor Paris Herouni, membro dell’Accademia Nazionale Armena di Scienze e Presidente dell’Istituto di Ricerca della Fisica Radio a Yerevan. Herouni raccolse una gran numero d’informazioni che lo portarono a concludere che il sito fosse in realtà un antico osservatorio astronomico creato per rilevare i precisi movimenti dell’ingranaggio cosmico. Il prof. Herouni dichiarò inoltre di aver identificato il più antico osservatorio astronomico mondo facendolo risalire al lontano 5500 a.C.. (Allo stato attuale delle mie ricerche non ho trovato informazioni sufficientemente dettagliate in merito alle osservazioni che hanno portato a questa importante conclusione dunque mi limito a citarla in attesa di trovare fonti più dettagliate). Altre indagini hanno contestato l’origine preistorica dei fori di osservazione proponendo un origine più recente di quanto ipotizzato ha Herouni. Un’équipe di archeologi dell’Università di Monaco di Baviera identificò nel 2000 un ampia necropoli utilizzata tra la media età del bronzo e l’età del ferro e tumuli di pietra risalenti al III millennio a.C.. E’ logico dunque ipotizzare che vi fosse un legame simbolico tra il culto della morte e gli eterni cicli celesti, parallelamente a quanto avvenne presso molte culture antiche di tutto il mondo.

I nostri antenati, fin dalla preistoria, non si limitarono al ruolo di semplici spettatori dei fenomeni astronomici e grazie a ripetute osservazioni scoprirono un nesso tra i moti celesti e l’alternarsi delle stagioni. Tra i movimenti ricorrenti dell’ingranaggio cosmico individuarono i riferimenti necessari a misurare il tempo e sulla base di questi compilarono calendari convenzionali utili al fine di organizzare tutte le attività umane, da quelle religiose a quelle necessarie al sostentamento. La progressione stagionale del Sole, della Luna e delle stelle divennero perciò oggetto di profonde venerazioni e credenze, le quali influenzarono i convincimenti religiosi che emersero all’alba delle epoca storica.
Zorats Karer vanta una lunghissima occupazione che affonda le sue radici nella preistoria sebbene la sua esatta origine rimanga a tutt’oggi incerta. Nel sito si trovano petroglifi di origine neolitica che vennero utilizzati fino a tutta l’età del bronzo. Lo studio di questi simboli è fondamentale per identificare lo sviluppo e la diffusione delle culture che hanno abitato l’altopiano armeno tra VII e il I millennio a.C.. La cultura Shulaveri-Shomu  si diffuse sull’altopiano armeno tra il 6000 a.C. e 4000 a.C. portando nella regione alcune delle innovazioni conseguite in tutta la Mezzaluna Fertile durante la Rivoluzione neolitica. La cultura Kura-Araxes, invece, si diffuse nell’altopiano tra il 4000 a.C. e il 2200 a.C.
Zorats Karer è anche conosciuto con il soprannome di “Stonehenge armena” e al di là dei semplici parallelismi che possono accomunare tutti gli henge preistorici possiamo trovare in entrambi i siti un indizio astronomico che tradisce l’esistenza di un concetto comune. I cerchi di pietra di Stonehenge e Zorats Karer sono provvisti di un sentiero orientato precisamente verso il punto in cui sorge il Sole nel giorno del solstizio d’estate. Il sentiero di Stonehenge è delimitato da due fossati mentre a Zorats karer è ben visibile un sentiero delimitato da macigni di pietra.

fonte:
https://en.wikipedia.org/wiki/Zorats_Karer