Enlil, il capo del pantheon sumerico

Enlil era la divinità più importante del pantheon sumerico e il protettore di Nippur, una delle città più antiche della Mesopotamia. Secondo i principi della mitologia sumera esercitava la sovranità su tutto lo spazio compreso tra terra e cielo controllando le sorti del mondo e i destini dell’uomo. In cielo risiedeva invece il padre non egemone An, mentre il sottosuolo era dimora del fratello Enki. Il culto di Enlil venne in seguito assorbito dagli Accadi, dai Babilonesi e dagli Assiri, ma in seguito al declino di Nippur venne soppiantato da quello del dio Marduk di Babilonia nel ruolo di divinità più importante del pantheon mesopotamico. L’ascesa di Marduk a scapito di Enlil avvenne parallelamente all’ascesa di Babilonia. L’Enūma Eliš, l’epica della creazione babilonese, rappresenta pertanto una sorta di metafora mitologica concepita per spiegare la supremazia di Babilonia.

Si è dibattuto molto in merito al significato del nome di Enlil ma la sua etimologia rimane tutt’oggi incerta. Il termine sumero “En” significa “signore” mentre la parola “líl” significa “fantasma”. Tuttavia la traduzione letterale del nome di Enlil in “Signore fantasma” ha poco senso nel contesto delle sue attestazioni mitologiche. La parola “líl” è stata dunque associata al vento, il che modificherebbe la traduzione del nome Enlil in “Signore del vento” o “Signore dell’aria”, un nome coerente con l’ordinamento verticale della triade superiore composta da An, Enlil ed Enki. La sovranità di Enlil era sottolineata nella letteratura sumera con numerosi titoli, tra quali: “Grande montagna”, “Re di tutte le terre”, “Padre delle persone dalla testa nera (i sumeri)” e “Il ben rispettato”.

I miti cosmogonici sumeri attribuiscono ad Enlil un ruolo fondamentale nelle sorti del mondo e dell’uomo. I sumeri credevano che terra e cielo fossero in principio uniti e che questo stato primordiale non permettesse alla vita di germogliare. La separazione di questi elementi venne attribuita ad Enlil, che così facendo creò un mondo adatto ad ospitare la vita. Questa concezione è descritta nella tavoletta NBC11108, un testo cosmogonico risalente alla III dinastia di Ur (circa 2100 a.C.). La tradizione di Nippur attribuisce ad Enlin anche la creazione dell’uomo. Nell’Inno alla Zappa si legge che Enlil creò l’uomo per affidargli le mansioni del lavoro agricolo al fine di sollevare gli déi minori da questo gravoso incarico. L’autorità di Enlil si riteneva essere assoluta e il suo controllo sui destini dell’uomo venne più volte sottolineato all’interno dei testi religiosi.

Il santuario principale di Enlil era l’Ekur, la “Casa della montagna” situata a Nippur, uno ziggurat che collegava simbolicamente la terra e il cielo. Qui risiedeva con la dea Ninlil.

E-kur di Nippur, Iraq. fonte immagine

Inno a Enlil

Presentazione di Enlil

1 Enlil, il suo detto, (che) giunge lontano, è sublime!
La sua parola è pura, in nulla si muta; il verbo della sua bocca decide eterni destini.
il suo sguardo altero spazia sulla contrada;
il suo fulgore eccelso scruta (fin) nel cuore dei (paesi) montani.

Omaggio degli dei Anunna

5 Il padre di Enlil su trono puro, su trono sublie ha sede sontuosa;
Nunamnir è investito di signoria e principato assoluti.
Gli dèi terreni con moto spontaneo gli si sono prostrati,
i numerosi Anunna verso di lui si nono affrettati,
ne hanno seguito scrupolosamente i comandi.

Nippur, la città santa sede di Enlil

10 Il signore, potente, stragrande in cielo e in terra,
che sa il diritto da vero sapiente, in Duranki ha fissato la sede, lui di vasto intelletto;
con principesca magnificenza si è costruito il Kiur, il luogo spazioso.
In Nippur, (città) gran capro di cielo e terra, si è costruita l’abitazione:
Città, la cui vista spira aura di terrore;
15 i cui sobborghi nessun dio (per quanto) ardito osa affrontare;
il cui centro è bocca d’acuto pugnale, bocca di rovina,
fionda contro il paese nemico, (trappola a fossa), rete approntata.
La sua voce altisonante l’uragano non la soverchia, 
quando si pronuncia, nessuna parola nemica la contraddice.
20 Animo ostile, lingua non retta,
parola contorta, cosa disonesta e non conveniente,
voci di schiamazzatori (?), azione avversa, oppressione,
occhio torvo, violenza, lingua caluniatrice,
arroganza, mancar di parola…grida (…)
25 Città in cui tali cose proibite non entrano;
Nippur, le cui ali (quartieri) sono come un’ampia rete.
Nel suo mezzo s’aggira l’aquila hurin
e cattivo o malvagio non sfugge a suoi artigli.
Città dotata di giustizia,
30 (che) amministra di continuo fedeltà ed equità.
In abiti ben messi (la gente) si mostra ai moli.
Il fratello minore mostra rispetto verso il maggiore e crescono a uomini (maturi); dando ascolto ascolto alla parola paterna,
in timore rispondono al cenno della sua mano.
Il figlio verso la madre si comporta con modestia e timore e l’autorità del padre dura (a lungo).
35 Città, abitazione pura di Enlil,
Nippur, soggiorno amato del Padre, Gran monte,
il trono dell’abbondanza, Ekur, tempio lucente,
vi si erge dal suolo, come un alto monte vi è cresciuto in luogo puro.

Il tempio come fonte di prosperità

Il suo principe, il Gran monte, Padre Enlil,
40 nell’Ekur, tempio sublime, si è insediato sul trono.
Tempio, i cui destini nessun dio può intaccare,
le cui lustrazioni pure sono inesauribili come il suolo (da cui nascono),
i cui destini (sono) destini (segreti come) l’abzu che nessuno scruta;
il cui interno è casa illimite, che non conosce orizzonte.
45 [Tempio (?)] in cui s’ergono gli emblemi sfavillanti;
il suo signore ne ha resi perfetti gli eterni destini.
Quando se ne pronunciano le formule rituali, i suoi scongiuri sono accenti di preghiera,
le sue formule sono presagi favorevoli,
(colui che) decide ne getta le sorti.
50 I riti sono di sommo pregio,
le feste (con)profluvio di burro e latte rappreso apportano abbondanza.
Le norme loro sono una bellezza, i loro godimenti qualcosa di grandioso.
Ogni giorno è una festa, il nuovo giorno come una mietitura.
Il tempio di Enlil è il Monte dell’abbondanza.
55 L’ispezione della vittima, l’eliminazione di (infezione) tabù,
(le compiono) il gran sacerdote-en del tempio, che col tempio è cresciuto
la sua sacerdote(ssa)-lagar, adatta alla mano benedicente.
I suoi sacerdoti lustrali dell’abzu sono esperti in lavacri 
e i (sacerdoti)nu-es nella preghiera pura sono perfetti.
60 Il suo Grande Agricola, il fedele pastor del paese,
come si conveniva, è nato in giorno fausto.
Il coltivatore del vasto campo (assai) esperto
ne ricavava offerte stragrandi,
(ma) la sua tranquillità non porta all’Ekur fulgente.
65 Enlil, (dopo che) hai tracciato sul suolo la tua pura abitazione,
vi hai costruito Nippur, città tutta tua.
Il Kiur, monte, luogo puro, (fornito d’)acqua buona,
nel mezzo dei quattro punti cardinali, è impostato in Duranki.
Il suolo è la vita del paese, vita di tutte le regioni,
70 la sua costruzione è in oro rosseggiante,
le fondamenta sono in lapislazzuli.

La cerimonia

Come toro selvatico in Sumer si drizza il suo corno brillante e contro i paesi nemici cozza (abbattendo).
Nelle grandi feste il popolo trascorre i giorni in prodigalità generosa.
74 Enlil, la pura Uras ricca di godimento per te,
l’abzu, trono puro, ti è sontuosamente allestito.
Alla radice del Monte è la cella pura, il luogo di riverenza per te.
L’Ekur, tempio rilucente, sublime soggiorno, carico di terrore,
l’aura terrificante ne giunge al cielo,
la sua ombra si stende su tutti i paesi,
il suo frontone si spinge fin nell’interno del cielo.
81 Per i Signori (assisi) sui troni
si allestiscono offerte pure;
(con) le espressioni della preghiera presentano ad essi le loro richieste.

Enlil e il re

84 Enlil, al pastore che tu hai guardato con occhio benevolo,
che hai benignamente chiamato ed innalzato nel paese;
il paese montano gli hai consegnato, e posto sotto il piede,
e il paese lontano gli hai sottomesso,

88 Come neve (che s’)ammucchia, offerte e gravi tributi
dei beni dell’universo
hanno raggiunto i suoi magazzini;
alla corte principale si diressero i doni,
nell’Ekur, Casa fulgente, li portò da ogni parte.

93 Enlil al pastore di quelli che da sè si moltiplicano,
al guardiano e vita dei viventi,
hai reso splendido il suo ufficio grandioso di principe,
lo hai investito dell’infula sacra.

Enlil e la vita del mondo

97 Sul’Im-hur-sag-ga, al trono nel suo splendore
di arcobaleno, che s’incurva nel cielo,
come una densa nuvola s’avanza di moto proprio.

100 In cielo egli è l’unico principe, sulla terra è il Drago,
tra gli Anunna è il dio più eccelso.
Vi decide da solo i destini e nessun dio vi ficca lo sguardo.

104 (Eccelso) il grande visir, il preside Nusku,
ne intuisce e prende a cuore
la parola e il verbo della sua mente,
ne eseguisce i comandi in forma grandiosa.
Come sacro officiante ne fa prosperare i decreti.

Enlil e la vita sulla terra

109 Senza il Gran Monte, Enlil,
non si costruisce (alcuna) città, non si fonda (alcuna) abitazione;
non si costruisce (alcuna) stalla, non si fonda (alcun) ovile;
non si leva re, non viene generato signore.
Sacerdote mah e gran sacerdotessa non si scelgono col (rito del) capretto;
non vi è truppa, non comandante, non sovraintendente.

115 Nel fiume l’inondazione (primaverile) delle carpe, quando si gonfia,
non s’apre il corso e dopo che escon dal mare non sanno dirigersi, non stendono la coda.
Per il mare i grossi recessi da sé non prolificano;
i pesci delle acque fonde non depongono nel canneto le uova.

119 Gli uccelli del cielo sulla terra vasta non fanno il nido;
in cielo la nuvola gravida di pioggia non apre la bocca.
Nella campagna irrigua il grano screziato non riempie il campo;
nella pianura il suo ornamento, vegetazione ed erbe, non cresce;
negli orti gli alberi (come quelli) dei monti non portano frutti.

124 Senza il Gran Monte, Enlil,
Nirtu non uccide, non colpisce (a morte);
la mucca nella stalla non partorisce il vitello;
la pecora nell’ovile non figlia l’agnello gà-gig.
Gli uomini che da soli prolificano
non riposano nei loro …
130 Gli animali quadrupedi non figliano, non s’accoppiano.

La parola di Enlil

Enlil, le tue molte perfezioni fanno restare attoniti;
la loro natura segreta è come matassa arruffata
che nessuno sa dipanare;
è arruffio di fili che non se ne vede il bandolo.

135 Teco ragioni e consigli te stesso.
Il tuo agire chi lo comprende?
I tuo decreti sono decreti non manifesti,
la tua fronte non scruta alcun dio.
Tu sei signore, tu sei dio, sei re, tu sei Enlil;
140 tu sei giudice che dà sentenza per cielo e terra.

la tua parola sublime ha l’importanza (di quella) di An e la sua efficienza non conosce.
Al tuo verbo i numerosi Anunna danno … esecuzione
La tua parola in cielo è autorevole, in terra è (solido) fondamento.

144 In cielo è di grande autorità,
s’avvicina ad An;
in terra è fondamento
indistruttibile.
Quando s’appressa al cielo
significa abbondanza:
e dal cielo piove abbondanza.
Quando s’avvicina alla terra
significa magnificenza di natura:
e su della terra cresce questa
magnificenza.

Enlil e Ninil

155 [La madre] Nin-lil tua sposa,
che …
l’ampio paludamento d’argento …
La signora fedele (da te) prescelta e hai fatto tua,
ricca di grazia e di fascino, signora nell’E-kur, sa ciò che s’addice al decoro.
Consigliera, nella sua parola è perfetta;
160 esperta nella parola (che) essa fa buona (?).

Su trono sacro, trono puro, con te è assisa, con te ragiona, con te s’interessa;
nel .. al sole d’oriente decide i destini.
Nin-lil, signora di cielo e terra, signora di tutte le contrade,
la lode del Gran Monte l’accarezza:
165 con magnificenza la sua parola procede,
fino alla terra si posa.
La sua parola (che porta) aiuto, in nulla si muta;
il verbo della sua bocca ha virtù creatrice,
le norme che essa detta da stabilità alle cose.

170 O Gran Monte Enlil, la lode di te è la più sublime!

Lettura tematica consigliata da Civiltà eterne.it

fonte
http://oracc.museum.upenn.edu/amgg/listofdeities/enlil/index.html
“Testi sumerici e accadici” (classici della religione), edizione UTET