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Nella valle del fiume Boyne, a quaranta chilometri dalla città di Dublino, si trova Brú na Bóinne, uno dei siti preistorici più importanti al mondo. Qui, dove il fiume compie una scenografica curva, un’antica società contadina costruì numerosi monumenti funebri, tra quali spicca il tumulo di Newgrange, una tomba a corridoio del IV millennio a.C.. La zona dell’insediamento è circondata su tre lati dal fiume, mentre il lato settentrionale è dominato dalle colline su cui sono stati edificati i tumuli funerari. Quest’area circoscritta venne occupata da una società agro-pastorale che praticava l’allevamento di pecore, capre e maiali, e la coltivazione dei cereali, in particolare grano e orzo. La popolazione irlandese del IV millennio a.C. poteva contare su un clima migliore di quello odierno, caratterizzato da inverni miti e da estati più asciutte.
L’abitato neolitico di Brú na Bóinne era costituito da un insieme poco coeso di capanne, il cui utilizzo era spesso limitato a pochi anni soltanto, le abitazioni erano per lo più costruite in legno, perciò ad oggi non ne rimane alcuna traccia evidente.

Valle del fiume Boyne

Definire questa società come pienamente sedentaria potrebbe non essere del tutto corretto. I resti di vere e proprie abitazioni sono estremamente rari e per ciò si suppone che gli antichi abitanti della valle spostassero periodicamente i loro accampamenti, seppur all’interno di un’area circoscritta.
La complessa struttura sociale di questa società contadina è messa in piena luce dai monumenti di pietra edificati nella valle. La costruzione delle tombe dovette richiedere un’enorme dispendio di energie e risorse, perciò si può dedurre che furono realizzate da una comunità ben organizzata.

Capanne del IV millennio a.C.

I monumenti di pietra ebbero un ruolo decisivo nello sviluppo delle società preistoriche dell’Europa nordoccidentale dato che potevano accentrare i convincimenti spirituali e religiosi di società ampie e segmentate, garantendo così l’evoluzione e il mantenimento di una precisa identità culturale, sebbene non vi fosse un vero e proprio villaggio e una stretta convivenza sociale.
Newgrange è costituito da una cinta muraria perimetrale realizzata con pietre di quarzo bianche e scure, e da un altra cinta più larga creata con grandi monoliti chiamati “kerbstone”. Il più interessante di quest’ultimi è senza dubbio quello che è stato collocato davanti all’accesso del tumulo, decorato sull’intera superficie con motivi a spirale. Il simbolo della spirale è un tema artistico ricorrente nella valle, un simbolo di eternità che equiparava i cicli stagionali del Sole ai convincimenti spirituali che ruotavano attorno al concetto di vita-morte-resurrezione. L’interno del tumulo è percorso da un lungo corridoio che conduce alla camera sepolcrale. L’ambiente ha una pianta cruciforme ed è sormontato da una cupola realizzata con lastroni di pietra posizionati con cura, in modo da impedire all’acqua di filtrare all’interno del sepolcro. Nei tre vani della camera funeraria si trovano le vasche di pietra che in antichità contenevano i resti cremati dei defunti. Sopra alla porta esterna del tumulo fu creata una piccola apertura quadrata (roofbox), che nel giorno del solstizio d’inverno permette ai raggi del Sole di penetrare nel corridoio e illuminare la camera sepolcrale (Il solstizio d’inverno cade nella data del 21 dicembre e coincide con il giorno più corto dell’anno).

Entrata di Newgrange

Questo fenomeno venne osservato per la prima volta nel 1969 dall’archeologo Michael O’Kelly durante i lavori di restauro al sito, nel suo diario riportò le seguenti parole:

“alle 8:58 il primo esile raggio di Sole penetrò attraverso l’apertura sulla volta e il corridoio, fino a raggiungere il pavimento della camera sepolcrale e il bordo anteriore della vasca di pietra nella nicchia posteriore.”

Proffessor m.J.O’Kely, 21 dicembre 1969

Newgrange contiene informazioni preziose per capire la natura degli allineamenti astronomici realizzati dagli uomini preistorici. L’uomo studiò dei sistemi per misurare tempo fin dai tempi più antichi, in modo da regolare tutte le attività necessarie al sostentamento. Notò eventi astronomici che si ripetevano ciclicamente, come solstizi ed equinozi, e li utilizzò come fossero “fari d’orientamento” per monitorare lo scorrere del tempo. Tuttavia Newgrange non può essere considerato uno strumento calendariale al servizio di un’osservatore. E’ difficile immaginare sacerdoti/astronomi seduti in mezzo ai resti dei defunti mentre sono intenti a determinare il giorno in cui avviene il solstizio d’inverno.

Orientamento astronomico di Newgrange all’alba del Solstizio d’inverno

L’entrata del sepolcro fu trovata sbarrata da un enorme macigno di pietra e sulla base di questo elemento si comprende perché venne realizzata un’apertura (roofbox) sopra all’entrata. Nel giorno del solstizio d’inverno, i primi raggi del Sole penetrano dalla finestrella posta sopra all’entrata del tumulo, raggiungendo e illuminando la camera sepolcrale. Questo disposizione astronomica può dirci molto a riguardo delle credenze dell’uomo neolitico, mostrandoci il prodotto di un convincimento religioso correlato alle pratiche funerarie che associa il ciclo del Sole al tema della fertilità e della rigenerazione, intesa come rinascita dopo la morte. Il giorno più corto dell’anno potrebbe rappresenta simbolicamente il momento in cui il Sole muore, mentre i giorni successivi al solstizio d’inverno, quando le giornate cominciano ad allungarsi, possono rappresentare la sua stessa rinascita. Il Solstizio d’Inverno era considerato il punto di partenza che dava inizio alla rinascita della natura pertanto i raggi di Sole che una volta all’anno penetrano nell’oscurità del tumulo potevano propiziare la rinascita nell’aldilà dopo la morte.

Gli antichi costruttori di Newgrange hanno saputo tramandare attraverso la pietra una credenza religiosa fondamentale: “così come il Sole trova ciclicamente una nuova nascita, anche i morti risorgeranno nell’aldilà”

Le visite guidate al sito di Newgrange danno modo ad ogni visitatore di assistere al fenomeno luminoso che si verifica all’alba del solstizio d’inverno. L’interno del tumulo è stato dotato di un sistema di luci che possono riprodurre fedelmente il fenomeno. La guida condurrà gli ospiti all’interno della camera sepolcrale descrivendo in maniera esaustiva le principali caratteristiche del monumento funebre e le antiche pratiche di sepoltura. Prima che la guida abbia terminato l’escursione, spegnerà le luci, lasciando i visitatori nella completa oscurità. Un fascio di luce artificiale, ma del tutto simile a quello prodotto dal Sole all’alba del solstizio d’inverno, penetrerà dunque dal lungo corridoio che separa la stanza sepolcrale dell’entrata, aumentando gradualmente la sua intensità. La luce raggiungerà il pavimento della camera sepolcrale, toccando la vasca di pietra della nicchia centrale, il contenitore in cui venivano deposti i resti dei defunti. Il fascio di luce scomparirà poi gradualmente, lasciando che l’oscurità avvolga nuovamente l’osservatore. L’emozione è garantita.

 

fonte immagine in copertina:
http://www.ireland.com/en-us/what-is-available/attractions-built-heritage/articles/unesco-ireland/
fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Br%C3%BA_na_B%C3%B3inne

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Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
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