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La posizione di Machu Picchu e la presenza di moltissimi osservatori solari ci fa credere che fosse una città sacra riservata al culto del Sole. Nel maggio 2015 ho passato due intere giornate nella cittadella, nelle quali ho avuto modo di comprendere quanto fosse importate per gli antichi Inca l’osservazione dei fenomeni celesti. A tale scopo realizzarono indicatori e osservatori di pietra al fine controllare la progressione stagionale del Sole e riconoscere i giorni in cui avvenivano solstizi, equinozi ed altri fenomeni celesti rilevanti per la cultura inca. Conoscere con precisione il giorno dell’anno in cui avvenivano determinati eventi astronomici era indispensabile al fine di stabilire quali fossero i momenti più opportuni in cui svolgere le attività necessarie al sostentamento e le funzioni religiose.
Gli osservatori astronomici più importanti di Machu Picchu sono:
- Il tempio del Sole
- La pietra intihuatana
- Il foro dell’equinozio
- La sala degli specchi d’acqua
- L’Intimachay
Tempio del Sole
Il Tempio del Sole è caratterizzato da una pianta semicircolare che si affaccia verso est e per via della sua particolare forma venne soprannominato “El Torreon” (fig1). Questo ambiente era un luogo di culto dedicato a Inti (il sole) in cui venivano svolte importanti funzioni religiose. L’osservatorio sorge in cima ad un enorme macigno che affiora dal terreno ed è composto con blocchi a secco finemente lavorati. La posizione anomala del macigno potrebbe far pensare che sia stato in qualche modo collocato in quella posizione; anche se questa ipotesi sembra audace non bisogna dimenticare che gli inca riuscirono a spostare e a collocare con precisione millimentri gli enormi blocchi di Sacsayhuaman a Cuzco. Ai piedi della roccia si trova una piccola grotta, al cui interno furono realizzate delle nicchie che probabilmente fungevano da santuario. Nonostante non vi fu mai rinvenuta alcuna mummia, Hiram Bingham, l’uomo a cui va il merito della scoperta di Machu Picchu, battezzò questa cavità “Tomba Reale”, ipotizzando che fosse un sepolcro destinato a contenere le spoglie del sovrano Inca figlio del Sole. Al centro dell’edifico semicircolare posto sulla parte superiore del tempio, si trova una pietra sacra che fungeva da altare. Sulla parete semicircolare, invece, ci sono due finestre, una rivolta verso nord-est e l’altra verso sud-est. La finestra rivolta a nord-est è orientata con precisione verso il punto in cui sorge il Sole nel giorno del solstizio d’inverno. All’alba del 21 giugno (le stagioni sono invertite in Perù), i primi raggi del Sole passano dalla finestra proiettando una sagoma luminosa sulla pietra sacra. In questo giorno la luce del Sole è perfettamente parallela ad un intaglio scolpito sulla pietra, configurando un allineamento che si verifica soltanto una volta all’anno (fig.2).
Non possiamo dire con certezza se le nicchie ai piedi della struttura fossero o meno destinate ad accogliere le spoglie reali ma se cosi’ fosse si andrebbe a delineare un quadro simbolico decisamente interessante. Fin dall’epoca preistorica il Solstizio d’Inverno fu considerato il punto di partenza che dava inizio alla rinascita della natura pertanto i raggi di Sole si allineano una volta all’anno con la pietra sacra della struttura potevano creare un collegamento simbolico tra il Sole e defunti, propiziando la rinasciata dello spirito dopo la morte.
Per chiarire meglio il funzionamento di questo indicatore solare ho realizzato un filmato esplicativo:
Durante la visita al Tempio del Sole il mio accompagnatore mi ha fatto notare la presenza di alcune protuberanze sulla facciata del tempio. Mi ha spiegato che alcune di quelle poste sul lato sud furono realizzate per segnalare i giorni equinoziali. Durante gli equinozi, quando il Sole è alto nel cielo, le protuberanze poste nella parte alta proiettano delle lunghe ombre che scendono fino alla base della grande roccia sulla quale poggia il tempio e qui vanno a combaciare con alcune scanalature intagliate nella parete (fig.3). Questo avviene con precisione soltanto due volte all’anno, nei giorni equinoziali, il 20 marzo e il 23 settembre (queste date sono soggette a piccole variazioni nell’arco degli anni). Sebbene i solchi possano sembrare una scala scolpita sulla parete, non è così, in quanto non conducono da nessuna parte. Sul web non ho trovato immagini relative a questo fenomeno, quindi mi riservo il beneficio del dubbio, confidando però nelle parole del mio accompagnatore. Effettivamente protuberanze come queste si possono osservare anche sulle pareti di molti altri monumenti di epoca Inca, tra quali segnalo l’osservatorio solare delle ombre di Ollantaytambo e il tempio del Sole Coricancha di Cuzco.
Pietra Intihuatana
Questa scultura di pietra si è dimostrata essere un preciso indicatore astronomico che segnala i due giorni dell’anno che corrispondono agli equinozi (fig.4). Il nome Intihuatana deriva da due parole quequa, “Inti” che significa “Sole” e “huata” che significa “legare”. Il suffisso finale “na” trasforma il verbo in sostantivo, quindi l’intera parola “Intihuatana” potrebbe essere tradotta volgarmente con la locuzione “il legatore del Sole”. Non poteva esserci un nome migliore per descrivere questa pietra in quanto a mezzogiorno del 20 marzo e del 22 settembre, durante gli equinozi d’autunno e di primavera (ricordo che in Perù le stagioni sono invertite) il Sole transita esattamente sopra il pilastro, ed in quel preciso momento da quest’ultimo non viene proiettata nessuna ombra e per alcuni minuti figil Sole viene simbolicamente “legato” alla roccia (fig.5). In questi periodi gli inca offrivano molti sacrifici al Sole, ma mai sacrifici umani. Questo fenomeno si configura perché il pilastro è stato scolpito con una inclinazione tale da combaciare precisamente con la direzione da cui provengono i raggi solari che lo illuminano nel momento in cui il Sole raggiunge la sua massima altezza nel cielo durante gli equinozi.
Ho realizzato una grafica che aiuta a capire meglio quanto detto. Prima di tutto bisogna sapere che osservando il cielo per un intero anno si può notare che il Sole compie archi sempre più alti ed ampi sull’orizzonte man mano che si avvicina l’estate, ed archi sempre più bassi e corti quando s’avvicina l’inverno. Questa variazione quotidiana dell’altezza del Sole rispetto al nostro punto d’osservazione si misurata in gradi e viene definita “altitudine apparente del Sole”. La massima altitudine apparente varia a seconda della latitudine in quanto la terra è sferica, così all’equatore, nel giorno dell’equinozio, il Sole transita esattamente allo zenit sopra la testa dell’osservato, a 90° rispetto al terreno. Nello stesso giorno a Machu Picchu transita un pò più basso, a 76,5° rispetto al terreno. Un pilastro verticale posto all’equatore alle ore 12:00 del giorno equinoziale non proietta alcuna ombra perché i raggi del Sole provengono esattamente da sopra di esso, dato che il Sole si trova ad un’altitudine apparente di 90°. Per fare in modo che un pilastro posto a Machu Picchu non proietti nessun ombra alle ore 12:00 dello stesso giorno è necessario che abbia un’inclinazione di 13,5° rispetto allo zenit (oppure 76,5° rispetto al terreno), perché il Sole transita ad un’altitudine apparente di 76,5°. E’ proprio 13,5° l’inclinazione con cui gli inca hanno scolpito la pietra Intihuatana, in questo modo potevano monitorare l’arrivo degli equinozi e celebrarli nel preciso momento in cui avvenivano.
Il cronista peruviano Garcilaso de la Vega descrisse questa attività inca nel XVI secolo:
“Conoscevano anche gli equinozi, che erano accolti con grande solennità. In marzo falciavano i campi di mais del Cozco con grande festa e allegria, sopratutto per quanta attiene all’andén di Collcampata, che era come un giardino del Sole. In occasione dell’equinozio di settembre, celebravano una delle quattro principali feste del Sole, che chiamavano Citua Raymi: vuol dire festa principale. Per verificare l’equinozio, si avvalevano di colonne di pietra ricchissimamente lavorate, collocate sui cortili o spiazzi che si estendevano davanti ai templi del Sole. I sacerdoti, quando sapevano che l’equinozio era vicino, avevano cura di osservare ogni giorno l’ombra proiettata da esse. Le colonne erano situate al centro di un vastissimo cerchio, che occupava tutta la estensione dello spiazzo o cortile. Secavano per metà il cerchio da oriente a occidente, mediante un filo che fungeva da diametro, ché per lunga esperienza sapevano dove esattamente situare l’un punto e l’altro. In base al percorso dell’ombra proiettata dalla colonna sul diametro, stabilivano che l’equinozio era vicino; e, quando vedevano che l’ombra percorreva il diametro da un’estremità all’altra; quella in corrispondenza della quale sorgeva il Sole e quella in corrispondenza della quale tramontava, e che a mezzogiorno il Sole illuminava la colonna da tutte le parti, senza che proiettasse ombra alcuna, dicevano che quel giorno era l’equinoziale. Adornavano allora le colonne con tutti i fiori e le erbe odorose che potevano trovare e sovr’esse ponevano la sedia del Sole e affermavano che l’astro si sedeva, con tutta quanta la luce, in cima alle colonne. Ragion per cui quel girono adoravano il Sole con maggiori ostentazioni di giubilo e amore che mai, e gli facevano grandi doni di oro e argento e pietre preziose e altri oggetti di valore.”
Tratto da “Commentari reali degli inca” di Garcilaso de la Vega, edizione Bompiani, pag.269
Foro dell’equinozio
Gli antichi si accorsero che alcuni eventi astronomici si ripetevano con regolarità nel lungo periodo e che esisteva un legame diretto tra questi eventi e l’alternanza delle stagioni. Per misurare i lunghi periodi presero come riferimento solstizi, equinozi e altri eventi astronomici, gli unici “fari d’orientamento” utili a svolgere questa indispensabile attività. Mentre attraversavo gli edifici del settore urbano di Machu Picchu, il mio accompagnatore mi ha mostrato un grande blocco di pietra collocato all’interno di un muro, sul quale era stata scolpita una protuberanza forata lungo l’asse verticale che si è rilevata adatta rilevare il giorno dell’equinozio. A Machu Picchu, a metà giornata del 20 marzo e del 22 settembre, il Sole transita ad un’altezza apparente di 76,5° rispetto al terreno, se la pietra e il foro fossero stati messi a piombo non si sarebbe configurato l’allineamento, di conseguenza furono sistemati nella parete con un’inclinazione di 76,5° rispetto al terreno, in modo da risultare perfettamente allineati con la posizione occupata dal Sole a mezzogione dell’equinozio. Questo allineamento si configura soltanto due volte all’anno in corrispondenza dell’equinozio d’autunno e di primavera e può essere determinato monitorando l’ombra prodotta dalla protuberanza forata e guardando all’interno del foro mano a mano che si avvicina al momento propizio. Indicatori come questo erano indispensabili per misurare il tempo e per programmazione tutte le attività, da quelle necessarie al sostentamento a quelle religiose.
Sala degli specchi d’acqua
Nel cuore delle terre inca il Sole transita allo zenit il 14 febbraio e il 28 ottobre e questo momento astronomico veniva osservato all’interno della “stanza degli specchi d’acqua”, così chiamata perché sulle rocce che affiorano dal terreno furono scolpite due coppe che venivano riempite d’acqua al fine di riflettere il cielo (fig.6). In queste particolari sculture venivano riconosciuti gli occhi di Pachacamac, una delle principali divinità della Mitologia Inca. Tuttavia la loro funzione non si limita al semplice simbolismo perché posizionandosi sui punti prestabiliti si può osservare il riflesso del Sole in determinati momenti dell’anno. Posizionandosi sopra gli specchi d’acqua durante il momento centrale della giornata è possibile vedere il Sole riflettersi al loro interno soltanto nei giorni in cui il Sole si trova allo zenit, attorno al 14 febbraio e al 28 ottobre, in questi giorni l’altitudine apparente del Sole sfiora i 90° rispetto all’osservatore (fig.8). Durante queste osservazioni i sacerdoti inca traevano auspici fondamentali per la comunità.
All’interno della sala ci sono cinque pietre che determinano i punti di osservazione, posizionandosi sopra una di queste è possibile vedere il riflesso del Sole nel momento centrale della giornata del solstizio d’inverno (fig.7). Gli altri punti d’osservazione sono in fase di studio e non è da escludere che fossero utilizzati anche per osservare il cielo notturno e le fasi lunari.
Intimachay
L’intimachay è un tempio poco conosciuto che si trova sulle pendici della montagna (fig.9). Il tempio si affaccia ad est ed è stato ricavato da una grotta naturale. Affianco all’entrata si trova un condotto orientato verso il punto in cui sorge il Sole nel giorno del Solstizio d’inverno.