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fig.1 Akapana di Tiahuanaco. fonte immagine

Tiahuanaco è un sito archeologico Boliviano ubicato nei pressi della sponda sud-orientale del lago Titicaca a 3800 metri sul livello del mare. Fu la sede spirituale e politica dell’omonima civiltà Tiahuanaco, una cultura preincaica che prosperò dal IV al X secolo d.C. tra Bolivia, Cile e Perù, in contemporanea con la civiltà Huari che a sua volta occupò il Perù centrale. Le prime tracce di attività umana trovate nel sito archeologico di Tiahuanaco risalgono al 400 a.C., epoca in cui ebbe inizio la lunga occupazione che portò alla nascita di una grande città imperiale. Il primo sviluppo architettonico e agricolo si ebbe solamente tra il 100 e il 375 d.C, mentre l’espansione del domino avvenne tra il 400 e 700 d.C (epoca classica della civiltà Tiahuanaco). Questa civiltà assunse prerogative imperiali a partire dal 700 d.C. con l’acquisizione di nuove colonie lontane, mentre il declino avvenne attorno al 1100 d.C. e fu causato da un prolungato periodo di siccità.

fig.2 Tempio kalasasaya di Tiahaunaco. fonte immagine

Il centro cerimoniale, l’area urbana e dintorni agricoli erano dominati da una collina artificiale a sette piani chiamata Akapana (fig.1). I sette livelli del complesso erano sostenuti da muraglioni di pietra, mentre la sommità ospitava alcuni edifici cerimoniali. A circa 300 metri dall’Akapana è collocato il calendario solare di Tiahuanco (o tempio Kalasasaya), un enorme cortile di pietra orientato verso i punti cardinali che in passato veniva utilizzato per osservare la progressione stagionale del Sole (fig.2). Gli antichi sacerdoti astronomi di Tiahuanaco sfruttarono gli eventi astronomici ciclici per misurare il tempo, al fine di regolare tutte le attività necessarie al sostentamento e le funzioni religiose.

fig.3 Porta del Sole di Tiahuanco. fonte immagine

Al cortile vi si accede dal lato est attraversando un portale orientato verso il punto in cui sorge il Sole nel giorno dell’equinozio (immagine in testata). Il portale originale fu spostato diversi secoli fa, mentre quello attuale è una riproduzione poco fedele realizzata negli anni ’80 dal governo boliviano. Il portale originale viene chiamato “Porta del Sole” e attualmente è collocato nell’angolo nord-ovest del tempio (fig.3). La Porta del Sole fu ricavata da un unico blocco di andesite ed è la sintesi più completa dello stile architettonico delle civiltà Tiahuanaco. Sulla sezione trasversale furono incisi rilievi molto curati che mettono in evidenza il “Dio dei Bastoni”, una divinità andina adorata fin dal II millennio a.C. e assimilata da molte culture.
Difronte alla facciata est del tempio Kalasasaya si trova una corte seminterrata che contiene le stele votive di alcune divinità. Un tempo vi era collocato anche il monolito di Bennett, la stele andina più grande mai rinvenuta, oggi esposta in bella mostra al museo nazionale boliviano di La Paz (fig.5).
Ad un chilometro dal centro cerimoniale di Tiahuanaco giacciono le rovine di Pumapunku, una piattaforma megalitica che in passato ospitava diversi portali cerimoniali finemente lavorati ricavati da macigni di andesite e arenaria.

fig.4 Sistema modulare con blocchi ad “H” di Puma punku. fonte immagine
fig.5 Monolito di Bennett, Museo nazionale boliviano di La Paz. fonte immagine

Questo sito vanta alcune tra le più notevoli realizzazioni in pietra ottenute da singoli blocchi, tra cui una serie di blocchi ad “H” riconducibili ad un inedito sistema modulare pensato per realizzare imponenti portali e complessi templari (fig.4).
Comprendere il significato dei portali di Tiahuanaco è oggettivamente complicato, tuttavia si presume che possano essere dei passaggi ricchi di significato simbolico. Se una normale porta definisce il limite tra il mondo esterno e quello domestico, la porta di un tempio identifica il passaggio tra il mondo profano e quello sacro. Il portale si può dunque collegare ad un generico “rito di passaggio”, che a seconde delle circostanze poteva assumere diversi significati.
La civiltà Tiahuanaco era basata sulla pastorizia e sull’agricoltura intensiva ed ebbe il merito di sviluppare una nuova tecnica agricola che permetteva di ottenere due raccolti all’anno di ottima qualità. Questa tecnica prevedeva la realizzazione di dighe e canali d’irrigazione e il loro perfetto funzionamento dipendeva dal livello delle acque del lago Titicaca. Attorno all’anno 1100 d.C. un prolungato periodo di siccità indotto da El Niño fece scendere il livello del lago di 12 metri, provocando il tracollo dell’economia agropastorale del Paese. La città di Tiahuanaco venne abbandonata, mentre i portali e gli edifici cerimoniali vennero abbattuti. Tuttavia i principi della cultura Tiahuanaco non andarono perduti, ma vennero raccolti e rielaborati un paio di secoli più tardi durante lo sviluppo della civiltà inca.

(fig.6) Sito di Pumapunku. In primo piano un portare monolitico simile alla Porte del Sole giace a terra. Sullo sfondo due blocchi ad “H” del sistema modulare. fonte immagine

fonte: “L’impero inca” di Michael E.Mosely. Newton & Compton editori, 2001.

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Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
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