La fama di Tutankhamon è in gran parte dovuta al ricco tesoro che venne rinvenuto pressoché intatto all’interno della sua tomba nella Valle dei Re. Tra i tanti oggetti recuperati comparvero anche alcune lampade in alabastro finemente lavorate, tra cui quella esposta nelle immagini. Gli artigiani egizi della XVIII dinastia (circa 1300 a.C.) levigarono il minerale della coppa fino a farlo diventare sottilissimo e semitrasparente, successivamente realizzarono e decorarono una seconda coppa di dimensioni più piccole e la inserirono all’interno di quella più grande. Dentro la lampada veniva versato olio di sesamo, o forse di ricino, e lo si faceva bruciare utilizzando uno stoppino galleggiante e quando quest’ultimo veniva acceso, la luce della fiamma faceva apparire un’immagine decorativa altrimenti invisibile. La coppa riproduce la forma di un fiore di loto ed è affiancata su entrambi i lati da una ricca decorazione traforata in cui il dio Heh è raffigurato in ginocchio e con le braccia alzate. Heh è una divinità minore del pantheon egizio, il significato primario del termine “heh” è “milione”, o “milioni” e successivamente una personificazione di heh fu adottata come divinità egizia dell’eternità. In una mano tiene un ramo di palma fuso al bordo della rappresentazione, mentre con l’altra tocca il simbolo “ankh” posto a fianco dei cartigli di Tutankhamon. Questa elaborata decorazione contiene essenzialmente l’auspicio per un lungo regno e quando la lampada veniva accesa, l’immagine che compariva all’interno del fiore di loto rafforzava questo concetto. Tra i simboli geroglifici, il ramo di palma indica un “anno”, mentre il simbolo “ankh” la vita. Tutankhamon è rappresentato a sinistra, seduto sul trono, mentre sua moglie Ankhesenamum, tiene con le mani due lunghi rami di palma simbolo di “milioni di anni”.
Manuel Bonoli
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