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Scritto da Manuel Bonoli

Gli Inca furono una delle più grandi civiltà agricole della storia; essi costruirono imponenti terrazzamenti per coltivare sui ripidi scoscendimenti andini riuscendo ad acclimatare molti tipi di piante fino a quote che superano i 4000 metri di altitudine. Per poter ottimizzare il rendimento dei raccolti era necessario un calendario che determinasse i giorni di semina e di raccolto e a tale scopo svilupparono raffinati osservatori astronomici per monitorare lo scorrere del tempo.

Osservatorio solare Inticcahuarina, Ollantaytambo.
fig.1 Osservatorio solare Inticcahuarina, Ollantaytambo.

Gli storici hanno ignorato per molto tempo le conoscenze astronomiche inca perché molti aspetti di questa cultura vennero cancellati dalla conquista spagnola. Siccome l’antico sapere astronomico era indissolubilmente legato alla mitologia inca, ne fu proibita la divulgazione in favore di un’educazione cattolica, ma nonostante ciò alcuni cronisti del XVI secolo riportarono di queste competenze nelle loro opere, come Fernando Montesinos che nel 1644 scrisse di come il sovrano inca presiedesse riunioni composte da saggi e astronomi, nelle quali venivano osservati gli “orologi solari di ombre” e tramite questi si stabiliva quale fossero i giorni più lunghi dell’anno e quali i più corti e quando il Sole andava e tornava dai tropici.
L’Osservatorio solare Inticcahuarina si trova ad Ollantaytambo ed è un “calendario delle ombre” costituito da forme geometriche scolpite in punti precisi della parete rocciosa (fig.1). Quando le cinque protuberanze che si trovano sulla parte superiore vengono illuminate dai raggi del Sole, proiettano una serie di ombre sui gradini sottostanti. Le ombre seguono lo spostamento del Sole, perciò il loro movimento varia di giorno in giorno seguendo la progressione stagionale del Sole. Protuberanze come queste si possono osservare anche nel Tempio del Sole di Cuzco (Coricancha), nel Tempio del Sole di Machu Picchu e in moltissimi altri siti archeologici inca. In molti casi mi è capitato di leggere che queste protuberanze altro non fossero che appigli per facilitare il sollevamento dei blocchi di pietra più pesanti, tuttavia questo non è assolutamente vero ed il sito Inticcahuarina è il miglior esempio per dimostrarlo dato che non è stato costruito con singoli blocchi ma è stato realizzato scolpendo la parete rocciosa. Le protuberanze sono state scolpite con un’unico criterio, quello astronomico.
Le protuberanze scolpite nell’osservatorio Inticcahuarina producono ombre che variano la loro posizione in base ai movimenti giornalieri e stagionali del Sole. Alla base della scultura ci sono tre gradini e due intagli che delimitano gli spazi di posizionamento delle ombre e tramite questi punti di connessione è possibile riconoscere le date astronomiche più importanti. Questo osservatorio è in grado di segnalare il giorno più lungo dell’anno, ovvero il solstizio del 21 dicembre (solstizio d’estate – nell’emisfero australe le stagioni sono invertite). Nel momento centrale della giornata, quando il Sole si trova alto nel cielo, le protuberanze proiettano delle lunghe ombre che vanno a terminare all’interno di due scanalature, “incastrandosi” e segnalando la data del solstizio d’estate (la seconda scanalatura è stata per metà spaccata)(fig.2).

Calendario delle Ombre Inticcahuacina.
fig.2 Calendario delle Ombre Inticcahuarina. fonte immagini “Cuzco e la valle sacra degli incas” di Fernando E. Ellorrieta Salazar e Edgar Ellorieta Salazar.

L’osservatorio inticcahuarina, oltre ad indicare il solstizio d’estate, segnala anche le date in cui il Sole raggiunge la sua massima altezza nel cielo alla latitudine della Valle Sacra (che non corrisponde al giorno più lungo dell’anno). Al mezzogiorno di questi due giorni, che corrispondono approssimativamente al 28 ottobre e al 14 febbraio, le ombre proiettano dalle protuberanze che cadono perpendicolari al terreno, andando ad occupare ognuno dei tre spazi delimitati dai gradini scolpiti alla base dell’osservatorio. Il passaggio del Sole allo “zenit” è determinato dal posizionamento dell’ombra centrale nell’angolo tra il secondo e il terzo scalino (fig.3).

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fig.3 Configurazione dell’osservatorio durante il passaggio del Sole allo zenit. fonte immagini “Cuzco e la valle sacra degli incas” di Fernando E. Ellorrieta Salazar e Edgar Ellorieta Salazar.

fonte:
“Cuzco e la valle sacra degli incas” di Fernando E. Ellorrieta Salazar e Edgar Ellorieta Salazar.

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Divulgatore storico esperto in archeoastronomia.
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